Intervista all’armatore di Nacira 69… vincitore dell’ARC 2021

17.01.2022
  • Da cosa è nata la decisione (o la determinazione) di partecipare alla ARC? Qual’è stata la molla più forte che vi ha spinto, considerando anche che, come lo scorso anno, anche quest’anno, contrariamente alle aspettative, è stata un po una “COVID ARC”.

–  La scelta è nata durante la Giraglia. Ci siamo resi conto che la barca in andature portanti è una vera fuoriclasse. Avendo pianificato di andare alle Bahamas nell’autunno del 2021, abbiamo deciso di partecipare a questa regata, che chiaramente premia le caratteristiche del 12.

 

  • Una volta presa la decisione qual’è stata la prima cosa che avete fatto?

–  Beh ci siamo iscritti, e per un paio di mesi siamo rimasti in lista d’attesa. Prima ancora però, già a Genova appena arrivati, abbiamo proposto ad Ambrogio di farci da navigatore. Siamo sempre stati grandi fan di Ambrogio, lo abbiamo seguito fin dall’inizio nelle sue imprese facendo un gran tifo. E’ un eccellente navigatore e un grande campione.

 

  • Preparare una barca per questa impresa è qualcosa che richiede molta pianificazione ed attenzione. Quali sono stati per voi i fattori critici?

–  La cosa più importante è stato mettere insieme l’equipaggio giusto: che avesse l’esperienza di navigazione ma che conoscesse bene anche la barca. E non ultimo, che fosse in sintonia con la filosofia degli armatori, che potrei definire come una “spericolata goliardia agonistica”. Direi che ci siamo riusciti.

 

  • Come avete selezionato l’equipaggio? Con il senno del poi avreste fatto scelte diverse?

  Direi proprio di no, è stato un grande equipaggio che ha funzionato a meraviglia.

 

  • Avete scelto di affrontare questa avventura in coppia, visto che la vela è una delle vostre comuni passioni. Cosa ha portato questa esperienza alla vostra coppia? C’è qualche consiglio che vi sentite di dare? 

–  Fede ed io siamo molto affiatati, ma ancora non ci consideriamo una coppia di fatto… al di la di qualche bacino a distanza, siamo ahime’ ancora radicalmente etero. Ma restiamo fiduciosi per la tarda età…

 

  • Quest’anno la traversata è stata particolarmente dura, con i primi giorni senza vento e poi con venti forti e mare confuso e sempre molto formato. Quali sono state le maggiori difficoltà che avete incontrato in navigazione e che strategie avete messo in atto per superarle?

–  Direi che la difficoltà principale sia stata affrontare i primi tre giorni di poco vento , che veniva tendenzialmente da prua. Sono le condizioni peggiori pe il 12, che ha poco rake, è molto poggiera e ha tanta superficie bagnata. Inoltre il meteo era estremamente incerto e ballerino. Grazie alla guida di Ambrogio,  abbiamo ballato un delicatissimo walzer con questa ingombrante dorsale che ci separava dagli alisei. L’arrivo degli alisei è stato un momento magico: al crepuscolo, il mare un olio, la bava che veniva da prua ha iniziato a girare in senso antiorario da SW a NE, progressivamente in circa 20 minuti, increspando appena la superficie dell’acqua. Nelle ore successive si è lentamente alzata l’aria e da allora, salvo una piccola interruzione prima di Capo Verde, ci ha fatto volare fino a St. Lucia. Nella rotta a sud che abbiamo seguito il mare non era confuso ma piuttosto regolare, salvo rari momenti. La maggiore difficoltà direi che è stata l’ultima notte quando siamo stati sorpresi da un groppo con il jennaker ancora su.  Il vento ha soffiato a 33-35 nodi e abbiamo letteralmente volato fino a 28 nodi di velocità. Alcuni accorgimenti per tenere la barca in rotta, eravamo tutti in coperta. Ma la barca ha retto benissimo. In tutta la regata non si è sotto nemmeno un cimino.

 

  • Quali sono stati il momento più buio e quello più bello?

–  Momenti bui non ce ne sono stati. Ci ha fatto molto impressione incrociare nella seconda mattina una barca di migranti che traversava per le canarie. Erano in 50 in una piccola lancia scassata di pochi metri. Ci hanno chiesto di avvisare le Canarie dando la loro posizione. Abbiamo poi saputo che sono arrivati tutti in salvo. Il momento più bello è stato quando abbiamo superato il catamarano “Guyader” la penultima notte. Lo inseguivamo da un po e gli rosicchiavamo una manciata di miglia tutti i giorni.

 

  • Avete ottenuto un ottimo piazzamento. Siete soddisfatti del risultato? Quali erano le vostre aspettative?

–  Beh ovviamente siamo molto soddisfatti. Non ci aspettavamo di vincere, soprattutto nella classifica IRC. La barca non è massimizzata per l’IRC e non speravamo di dare tanto distacco agli avversari.

 

  • Se poteste rifare la regata domani rifareste le stesse scelte oppure cambiereste qualcosa?

–  Non so cosa cambierei. Rifarei tutto uguale.

 

  • La domanda più importante: quanto vi siete divertiti?

–  Raramente così tanto in vita nostra.