A modo mio. Niccolò Volpati incontra Monica Leone. Dal numero di gennaio di Barche.
I gusti sono gusti, ma penso che una considerazione possa essere unanimemente condivisa: i cruiser racer dei cantieri italiani sono belli. La conferma arriva anche dai numeri. Sono in crescita i progetti, gli scafi che vengono varati e anche gli ordini. Barche a vela più da crociera o più da regata, realizzate in Italia per armatori italiani o stranieri. Comfort e performance, il binomio è sempre lo stesso, ma tanti cantieri sembrano aver azzeccato la formula magica. Si potrebbe quasi parlare di una tendenza. Una realtà che da sempre corrisponde a questa descrizione è Vismara Marine. E a loro si sono rivolti Monica Leone e suo marito. Volevano cambiare barca e magari anche modo di navigare. Sono degli armatori anomali, sicuramente rappresentano solo una piccola fetta del mercato. Navigano e navigano tanto. Sono una famiglia con figli, ma non pensano di passare la maggior parte del loro tempo che le cime di poppa incrociate in banchina. Non sono asociali, né eremiti, ma non passano le loro vacanze a organizzare party in pozzetto. Gli amici sono i benvenuti a bordo, ma è bene che sappiano che dovranno macinare parecchie miglia. La barca che hanno scelto è il 62 piedi. Il progetto è quello firmato da Alessandro Vismara/Mike Mills per SuperNikka. Barca superveloce da regata che ha vinto tutto quello che c’era da vincere. Loro vogliono uno scafo capace di navigare velocemente, ma sono comunque dei crocieristi. Vismara lo hanno scelto perché, tra tutti, è quello che ha permesso loro di customizzare più di altri. Alessandro “ammorbidisce” perfino le linee, in modo da venire incontro alle esigenze di Monica Leone. La scelta è fatta, ma c’è ancora un particolare, non di secondaria importanza. Monica Leone è un architetto, si occupa di ristrutturazioni, prevalentemente di abitazioni e spazi commerciali. Ha le idee abbastanza chiare di come vorrebbe gli interni della sua barca. Soprattutto non le piacciono
la maggior parte dei layout proposti dai cantieri che realizzano cruiser racer. «Sembrano tutti uguali, troppo standardizzati», spiega. «L’ispirazione per gli interni di Wizard arriva da due direzioni – racconta – da quello che ho visto in giro, ma anche da precise esigenze. Facciamo parecchie miglia in Mediterraneo e passiamo a bordo almeno tre mesi all’anno. Girando per i Saloni
Nautici ho visto degli interni molto belli, ma anche soluzioni discutibili. Una volta, su una barca, ho notato che appena finiti i gradini per scendere sotto coperta, c’era un dislivello rispetto al piano di calpestio della dinette. Chiunque, abituato a navigare, sa che quella sorta di gradino rischia di essere perfino pericoloso». Ecco il valore aggiunto della customizzazione e per questo
si deve rendere merito a Vismara. Alle competenze dell’ufficio tecnico e alle linee d’acqua di un progetto vincente, si aggiungono l’esperienza e le esigenze specifiche di chi salirà a bordo.
«Il lavoro è partito dal layout – ricorda l’architetto Leone – poi si è passati a decidere quali paratie sarebbero diventate strutturali». C’è molta customizzazione, ma le caratteristiche peculiari di una barca Vismara sono rimaste intatte. Oltre agli arredi strutturali ci sono anche i materiali. I paglioli sono in carbonio perché il dislocamento deve essere contenuto. «La scelta di cui sono più convinta riguarda proprio i materiali – ci spiega Monica Leone – Non mi piacciono quegli interni che sembrano un gran miscuglio di elementi anche molto diversi come legno, vetro, acciaio. Il rischio è che il risultato sia molto kitsch», prosegue. «Per Wizard ho scelto il legno perché è caldo ed evita quell’effetto da ospedale psichiatrico che si vede negli interni di alcune barche tutte bianche. Inoltre, non mi piacciono gli spigoli, preferisco le forme leggermente più arrotondate». Il legno è presente in tutti i locali, tranne che nei due bagni che sono invece laccati di bianco. «Comoda e funzionale, questo è il mio imperativo», afferma l’architetto. E sicuramente il bagno bianco è più pratico di uno in legno. Infine, non possiamo esimerci da una domanda. Quando si presenta un’armatrice, architetto, esperta navigatrice, che vuole intervenire personalmente sugli interni, è come una sorta di stress test per il cantiere. Immaginiamo che si accenda una sirena lampeggiante a luce rossa che è come se dicesse: attenzione, pericolo! Così abbiamo chiesto se sono ancora amici con Vismara. Monica Leone sorride e ci dice che con Alessandro c’è ancora un ottimo
rapporto di amicizia e di stima. Forse è l’ufficio tecnico di Vismara Marine quello che è stato sottoposto a uno stress test più impegnativo. Ma anche questa prova è stata superata e, pur se faticosa, ne è valsa la pena.