Kenneth Nyfelt, Slaes Manager presso Baltic Yachts, spiega il buon rapporto con l'armatore italiano, il quale è stato molto deciso nelle sue richieste di avere sufficiente acqua e carburante per lunghe navigazioni transoceaniche. "Durante il suo viaggio desidera rimanere più indipendente possibile dalle necessità di approvvigionamento di carburante e cambusa presso porti e marina."
Baltic Yachts ha lavorato con numerosi partner sul progetto del 112: con Judel/Vrolijk che hanno portato la loro competenza come architetti navali, mentre l'architetto navale italiano Alessandro Vismara ha lavorato a stretto contatto con l'armatore, apportando il suo tocco al design dell'imbarcazione. Lo studio di progettazione interno a Baltic Yachts ha poi apportato molti dei dettagli tecnici dell'imbarcazione. R&D Design ha infine lavorato sulla chiglia, ponte, interni e idraulica, mentre Flink Engineering ha fornito le specifiche per la parte elettrica ed elettronica.
Dato l'assunto che il 112 Canova è un'imbarcazione con alta capacità di storage, il Project Manager Jouni Hirvenkivi è entusiasta di fornire i dati: "In Baltic, un serbatoio di 6.000 litri è certo ragguardevole, ma non così tanto da coinvolgere le performance della barca. Uno dei vantaggi di costruire una barca leggera è che permette anche di diminuire la grandezza dei serbatoi, dato che la barca può essere condotta facilmente".
"Il vantaggio, dal punto di vista del design, è che non siamo stati obbligati a posizionare i serbatoi in tutta la lunghezza della barca, ma abbiamo potuto centralizzarne il peso nella chiglia", spiega Hirvenkivi. La chiglia è costruita in E-glass e aramide, con rinforzo in fibra di carbonio nelle aree che debbono sopportare il carico maggiore, come Beams e stringer. Il rigging è in fibra di carbonio, altro elemento che contraddistingue l'alto profilo del 112-footer, ma cosa differenzia da altri superyacht di questa misura è l'attenzione al dettaglio negli splendidi e lussuosi interni.
Nyfelt racconta che l'armatore ha un gusto particolare per lo stile classico e i materiali tradizionali. "Alessandro Vismara ha avuto molto peso in questo ambito, lavorando a stretto contatto con l'armatore al fine di garantire che venissero utilizzati i materiali più appropriati. Per esempio, si trova molto mogano negli interni".
L'armatore è un ammiratore del Baltic 141 varato nel 2003, un altro progetto Judel/Vrolijk chiamato Canica, che ha molti tratti classici che ha poi ripreso nel suo 112.
Un'altra sfida di questo progetto è stato il fatto di restare fedeli all'estetica della barca ma allo stesso tempo soddisfare i requisiti delle società di classificazione. "I requisiti per la sicurezza (safety) e safety margin sono piuttosto alti, una cosa molto positiva" dice Nyfelt. "Il Baltic 112 j/v soddisfa qualsiasi requisito in termini di sicurezza senza chiedere compromessi ai desiderata estetici dell'armatore".
Hirvenkivi dice che la barca, e in particolar modo la tuga e il rig control, sono stati studiati dal presupposto del shorthanded sailing. La maggior parte dei controlli di navigazione possono essere gestiti dal pozzetto. La sicurezza è insomma una priorità in ogni area. "Abbiamo discusso molto immaginando varie situazioni tipo ‘cosa… quando…' – per esempio l'armatore ha a disposizione le elettroniche per la navigazione anche separate, in un contenitore di alluminio portatile, cosicché ha un back-up qualsiasi cosa accada. È parte di un modo di pensare, ovvero essere più auto sufficiente possibile. Penso che questa imbarcazione vivrà una vita molto interessante. È stata varata nel maggio del 2011, e non passerà molto tempo prima che intraprenda la sua navigazione intorno al mondo".