Scafo, coperta e paratie strutturali sono infatti realizzate in composito, con l’uso di fibre unidirezionali di carbonio pre-impregnate e postcurate sottovuoto a 90°, carbonio che negli interni rimane a vista lungo le fiancate, mentre le paratie sono verniciate con un provocante rosso porpora, che contrasta con il tenue teak sbiancato dei mobili. Gli interni realizzati con la collaborazione di Lapo Ruffi sono più simmetrici soprattutto nella zona prodiera, che prevede nella cabina armatoriale due letti separati anziché il matrimoniale a murata. Procedendo verso poppa si trovano poi le due cabine ospiti gemelle ciascuna con bagno e a centro barca la spaziosa dinette. La poppa invece è dedicata a dritta alla cucina organizzata in locale separato e a sinistra alla cabina dell’equipaggio. Questo nuovo layout favorisce inoltre l’abbassamento del bordo libero che dal punto di visto progettuale consente alla barca di raggiungere maggiori prestazioni, oltre ad un’estetica più filante. La semplicità e la pulizia della coperta di Ghibellina, diventano punti di partenza e di ispirazione per il nuovo Valdettaro 78, decisamente e ancora più minimalista. Le manovre sono così ulteriormente semplificate con la predisposizione di 3 captive winch (verricelli a raccoglitori) per la gestione della randa e del giro del Genoa e posizionati in sala macchine, come quelli adottati sull’ultimo tecnologico Baltic 147. Due soli i winch ad estrema poppa per le drizze e il gennaker. Il piano di coperta è flush deck e con un grande pozzetto dotato di due ruote in carbonio e diviso in area di lavoro a poppa e zona living a prua. I tambucci e tutto l’hard-ware è custom e a scomparsa. Ad estrema prua è prevista un’ampia calavele. Il sistema dell’ancora, che da sotto lo scafo è un’evoluzione del sistema già adottato da altri cantieri, ma migliorato e ottimizzato nel senso di una maggiore affidabilità.